La Storia della Pranoterapia

La pranoterapia è una pratica di medicina alternativa che consiste nell’imposizione delle mani in corrispondenza della parte malata allo scopo di permettere il passaggio di prana (un supposto “soffio vitale”) tra il corpo dell’operatore e quello del paziente. Chi pratica la pranoterapia è chiamato pranoterapeuta o pranoterapista. Essendo il prana un concetto religioso mutuato dall’Induismo, tale pratica viene utilizzata per il benessere spirituale.

La pranoterapia si differenzia dalla pratica simile del reiki, al di là della terminologia utilizzata (prana e ki sono concetti paragonabili), in quanto nella pranoterapia si presuppone un passaggio di prana tra il corpo dell’operatore e il corpo del paziente mentre nel reiki l’operatore è considerato un mezzo per il presupposto passaggio di ki tra l’Universo e il paziente.

Storia ed evoluzione nel tempo della Pranoterapia

 

Ricordiamo che la pranoterapia è una medicina naturale che esiste sin dall’antichità.

Già dal 3o millennio A.C. in India si parlava di Oraba. Le popolazioni dell’antico Egitto erano già a conoscenza dell’esistenza di tale energia ed erano in grado di curare e guarire con l’imposizione delle mani, ne sono una testimonianza i vari ritrovamenti(geroglifici e bassorilievi) rinvenuti a seguito di scavi archeologici.

Cosi pure i cinesi la indivduarono e la chiamarano “ch’i”.

A partire dal XVII secolo la pranoterapia suscita maggior interesse negli studiosi dell’epoca che, per spiegare alcune guarigioni alle quali non riuscivano a dar motivazione formulano teorie in cui si postula l’esistenza di “flussi di energia” non meglio precisati, ma identificati come artefici delle guarigioni stesse.

Uno dei tentativi più noti in questo senso fu compiuto da Franz Anton Mesmer, le cui teorie sul magnetismo animale hanno avuto ampia eco in tutta Europa nel secolo successivo.

Laureatosi in medicina a Vienna nel 1776, Mesmer teorizzò che tutte le cose presenti nell’universo, e perciò anche l’uomo, fossero attraversate da un flusso invisibile di corrente magnetica. La buona salute dipenderebbe dall’equilibrio tra il fluido interno all’individuo e quello esterno, o dall’armonia tra la forza vitale individuale e quella universale. Tale forza – o fluido – a detta di Mesmer poteva esser manipolata attraverso l’uso di particolari magneti, si poteva quindi ristabilire l’equilibrio dei fluidi immergendo i pazienti in apposite tinozze magnetizzate con barre di ferro. Nonostante l’iniziale insuccesso su base scientifica, la dottrina e gli esperimenti di Mesmer agevolarono lo sviluppo di studi verso fenomeni quali l’ipnosi e il sonno magnetico indotto dal terapeuta.

Le convinzioni di Mesmer circa la presenza di flussi energetici all’interno del corpo umano sono rimaste alla base della pranoterapia: si suppone, cioè, che nel malato vi sia uno squilibrio di “fluido energetico” e che il guaritore possa, grazie alle sue facoltà di guaritore, riequilibrarlo, restituendo così la buona salute al paziente.

Una teoria che successivamente anni dopo, agli inizi del 900, fu riconfermata da un fisico realmente eccezionale, Albert Einstein, che dopo varie ricerche dimostrerà con la sua formula E=mc2 che energia, massa e luce sono la stessa cosa e che l’intero universo è condizionato da due processi, uno di materializzazione e uno di smaterializzazione, ma che ogni fenomeno partecipa ad unico flusso energetico, che ogni cosa è in costante trasformazione e che tutto ciò che vediamo è energia. Ma dovremo arrivare al 1939 quando due ricercatori sovietici, i coniugi kirlian , faranno la piu sensazionale delle scoperte.

Riusciranno a fotografare intorno al corpo umano (ma anche la materia degli oggetti) l’esistenza di una energia luminosa, similare allo spettro elettromagnetico della luce, che chiameranno poi “Aura energetica”. Dopo 20 anni di ricerche e dopo aver condotto esperimenti su persone sia sane che malate, i Kirlian entreranno nella piena convinzione che ogni essere vivente possiede un proprio “campo energetico” .

La scoperta della macchina Kirlian consentirà poi ad altri ricercatori e scienziati di conoscere meglio il meraviglioso mondo della Prantoerapia e capire perciò il funzionamento del nostro sistema energetico.

Di mettere a punto apparecchiature ad esempio come l’Elettroagopuntura di Woll in grado di individuare quale sia l’esatta posizione, nel nostro corpo metafisico, dei meridiani energetici (i canali in cui scorre l’Energia vitale) o strumenti ad esempio come i radiometri, ciò trasmettitori, che emettendo energia vibrazionale ad una determinata frequenza sono in grado di influenzare e riequilibrare il nostro sistema energetico.

Ma è bene sapere che perché ci sia piena salute nel nostro corpo fisico, anche il nostro corpo metafisico, la nostra “Aura energetica” (composta da corpo eterico, mentale, astrale e spirituale nonché da meridiani e centri energetici, i cosi detti Chakra) dovrà essere sempre energeticamente sana. Dovrà quindi mantenere un costante ed equilibrato livello vibrazionale, affinchè i fattori tipo lo stress, traumi, forti emozioni, atteggiamenti causati da problemi psicologici o fisici non creino una disarmonia tra il corpo fisico e metafisico. Infatti la nostra “Aura energetica”non è una struttura fissa ma si muove e si modifica continuamente condizionata dagli stati d’animo e dai pensieri che albergano dietro di noi. Ed anche la materia non è una struttra fissa: non è altro infatti che energia, in quanto composta da atomi e molecole in movimento che si muovono a diversa intensità e frequenza.
Le stesse nostre cellule sono energia in quanto composte da atomi che possiedono una polarità positiva e negativa.
Ma anche i colori (che sono un insieme di onde luminose in costante movimento) si contraddistringuono per avere una diversa vibrazione e perciò avendo una differente frequenza possiedono un differente livello energetico.
Detto tutto ciò è possibile intuire cosa sia la Pranoterapia.
La Pranoterapia infatti non è altro che un particolare trasferimento di energia, si potrebbe dire un particolare scambio di onde luminose tra il pranoterapeuta e il paziente. Grazie infatti alle proprie mani e alla propria “Aura energetica” ( che è composta da vari colori: quelli dello spettro elettromagnetico della luce del sole), il pranoterapeuta grazie alla sua forte energia vitale è in grado di influenzare con la propria frequenza vibrazionale ( che può essere anche di oltre 1500Hz) la variazione energetica dell’aura di una persona malata ed agire sullo squilbrio che ha provocato la malattia.

Centro di pranoterapia school of healing di Brbara Ann Brennan (sede di Long Island, New York). Fondata nel 1982, in questo istituto, si tengono corsi (di durata quinquennale) incentrati sullo studio del campo energetico umano, sulla psico-dinamica e sull'approfondimento dello sviluppo della percezione sensoriale superiore
Centro di pranoterapia school of healing di Brbara Ann Brennan (sede di Long Island, New York). Fondata nel 1982, in questo istituto, si tengono corsi (di durata quinquennale) incentrati sullo studio del campo energetico umano, sulla psico-dinamica e sull’approfondimento dello sviluppo della percezione sensoriale superiore

 

Presupposti filosofici

La pranoterapia si fonda su basi filosofiche; tratto distintivo della pranoterapia è dato dalla gran parte di quei guaritori che, operando con l’imposizione delle mani,  (che alcuni chiamano “fluido”, altri “forza” e altri “energia”) che proviene dall’interno del proprio corpo e, attraversando le mani, entra nel corpo del ricevente. Il termine “prana“, introdotto per dare un nome a questo “qualcosa”, è stato accolto con grande successo da numerosi guaritori italiani senza però mutuarne il significato religioso induista.[4]

La pranoterapia si basa sui seguenti presupposti:

  • che esista il prana (o comunque un “fluido”, una “forza” o un'”energia” a cui si può dare il nome di prana) il quale è presente in ogni corpo umano e in ogni organo del corpo umano, in maggiore o minore quantità da individuo a individuo e da organo a organo;
  • che il prana in un corpo o in un organo possa trovarsi in stati di maggiore o minore equilibrio, fino a trovarsi in stati di maggiore o minore squilibrio, e che all’equilibrio di prana corrisponda il benessere (del corpo o dell’organo) mentre allo squilibrio di prana corrisponda il malessere e addirittura la malattia;
  • che il prana si possa trasferire dal corpo dell’operatore al corpo del ricevente tramite l’imposizione delle mani in corrispondenza del malessere e che questo trasferimento possa riportare l’equilibrio nel prana (e quindi il benessere) di chi riceve.

Chakra del plesso solare

Secondo la delibera del Consiglio regionale toscano n.1 del 28 gennaio 2009, il professionista di prano-pratica può operare secondo le seguenti competenze:

« Con una approfondita conoscenza delle funzionalità bio-elettromagnetiche dell’organismo, delle leggi dell’omeostasi bioenergetica e dell’interazione di campo tra esseri umani come viene inteso dalle grandi filosofie orientali, opera attraverso l’apposizione delle mani sia a piccola distanza che a contatto superficiale su specifiche zone del corpo con tecniche codificate, per stimolare i processi vitali della persona al fine di mantenere e rafforzare lo stato di benessere; inoltre educa a comportamenti che contribuiscono al benessere della persona attraverso il suo riequilibrio bioenergetico. » (Consiglio regionale toscano)

 

Storia

Il termine pranoterapia deriva dal sanscrito “प्राण (prāṇa)”, che significa “respiro vitale, energia vitale”, e dal greco antico “θεραπεία (therapéia)”, che significa “cura, guarigione” e quindi “terapia”. Il primo centro di pranoterapia nasce in Italia, a Torino, negli anni 1970; a partire dagli anni 1980 la parola “pranoterapia” conosce un successo dapprima presso gli stessi guaritori italiani che operano con l’imposizione delle mani e in seguito, grazie al rilievo mediatico delle pubblicità di numerosi pranoterapeuti, trasmesse dalle prime televisioni locali, la pranoterapia entra rapidamente nella cultura italiana. A partire dagli anni 1990 la pranoterapia si manifesta come una realtà rilevante in Italia. Nonostante l’origine recente della parola, il fenomeno ha raggiunto una rilevanza tale che in italiano si usa chiamare col nome “pranoterapia” anche tutte quelle pratiche che presumono la guarigione tramite il semplice contatto delle mani di una persona, ritenuta dotata di qualche potere taumaturgico, con la parte malata. Dalla metà degli anni 2000 si sta cercando di regolamentarne la professione; il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), l’organo di rilievo costituzionale che ha tra le altre la competenza in merito, si sta avvalendo della consulenza di quattro associazioni di operatori allo scopo di definire i limiti e le competenze per tutelare sia la qualità dei trattamenti ricevuti sia la professionalità degli operatori. Siccome non si tratta di una terapia nel senso medico del termine, sono stati proposti i termini “prano-pratica” e “prano-tecnica”.

Ipotesi psicosomatica

Secondo questa ipotesi, ogni malattia sarebbe psicosomatica in quanto le costituzione psicofisica del malato potrebbe avere un peso nell’insorgenza e nel decorso delle affezioni, ogni patologia influenzerebbe poi anche la psiche. Le affezioni psicosomatiche sarebbero perciò dovute ad uno squilibrio di quello che i pranoterapeuti chiamano sistema psico-neuro-endocrino-immunologico che, quando si protraesse nel tempo e superasse la soglia di tolleranza, diventerebbe la causa o la concausa del disturbo fisico. Su questa convinzione si basano molte ricerche volte a trovare il nesso causale fra stress e malattia. Secondo i pranoterapeuti la pranoterapia, e il trattamento aurico in particolare, comporterebbero non soltanto cambiamenti fisici ma anche psicologici, mentali ed emotivi, nel paziente. Il primo passo per raggiungere la buona salute consisterebbe nel non negare l’esistenza di un problema e nel non reprimere i sentimenti che questo suscita. La strada che conduce alla guarigione si articolerebbe poi in sette tappe, che ricalcano lo schema formulato da Elisabeth Kubler Ross sugli stadi della morte. La Kubler Ross ha individuato cinque fasi di avvicinamento alla morte in malati terminali: il rifiuto la rabbia il patteggiamento la depressione l’accettazione. Nel percorso verso la salute vi sono altre due tappe successive: la rinascita la ristrutturazione.

Ipotesi energetica

Quest’ipotesi si basa sull’assunto che ogni cosa nell’universo sia costituita da una particolare forma di energia e che quindi anche l’uomo sarebbe il prodotto di campi energetici. Nella tradizione indiana quest’energia prende il nome di prana da cui il nome di pranoterapia, ed è considerata l’elemento base delle diverse forme di vita. Secondo questa ipotesi, esisterebbero dei micro campi magnetici causati dal flusso di entità chiamate biofotoni, servendosi di una cosiddetta immunoneuromodulazione farebbe attivare le difese immunitarie dell’organismo mediante la stimolazione delle zone linfatiche e di riflessi nervosi e farebbe avvenire la liberazione di “endorfine”. In base a ciò, l’azione riequilibratrice energetica, si servirebbe dei chakra, che sarebbero delle specie di centraline bioenergetiche del corpo umano.

Ipotesi naturale

Il concetto che sta alla base di questa ipotesi è l’energia vitale (prana). Il prana si trova in tutte le cose animate, circondandole e penetrandole, per cui l’apparente mancanza di vita sarebbe dovuta a una minore manifestazione di questa energia. Il prana sarebbe presente in tutte le manifestazioni della natura. Analogamente all’assimilazione dell’ossigeno nel sangue, il prana verrebbe concentrato nel sistema nervoso e scambiato con tutti i tessuti, donando loro forza e vitalità.

Mummificazione alimenti grazie al trattamento di pranoterapia

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